La Teoria delle segnature


Questa dottrina permetteva agli uomini di individuare le piante e associarle agli organi, che avevano bisogno di un intervento terapeutico.
Allusioni alla segnatura sono presenti in alcuni scritti di Ippocrate e Galeno, ma con Paracelso, che sosteneva che il medico non doveva assolutamente trascurare la “forma dei semplici” (termine con cui s’indicavano, in quei tempi, le piante), che questa tecnica prese la forma di una teoria medica. la Natura è un unico organismo vivente, costituito da più parti, così com’è il corpo umano. La diversità che possiamo riscontrare è data dal fatto che queste parti svolgono funzioni diverse.

Dagli astri agli animali, dagli animali alle piante, da queste alle pietre, fino agli organi che compongono il corpo umano, esiste un legame, segnalato appunto da un’impronta o “firma” (segno), che vincola tra loro le cose appartenenti alla stessa natura o che hanno le medesime funzioni. Per questa ragione una pianta con parti somiglianti a organi umani, sarebbe utile per curare o sostenere quegli organi.

Alcuni esempi dedotti da libri dell'epoca:
piante con fiori gialli, come il tarassaco, servivano a curare l'ittero mediante la segnatura del colore, ed erano pertanto utilizzate per i disturbi del fegato; piante con parti rosse erano usate per le malattie del sangue. Oltre alla segnatura del colore c'e' anche quella della forma, per fare qualche esempio: l’equiseto ricordando una coda di cavallo sarebbe stato utile per i capelli o per le ossa, in quanto il suo fusto è simile a una colonna vertebrale. La noce era associata al cervello per la somiglianza con questo, e quindi ritenuta un ottimo rimedio per curare l’insonnia e gli stati di ansia.

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